Inizia oggi il resoconto sul nostro giro a Roma. In maggio, per motivi di lavoro, LEI ha passato parecchio tempo nella capitale tra workshop e convegni, imparando alcune ricette tipiche romane. Il primo giorno a Roma, gli organizzatori del workshop avevano programmato un aperitivo a base di supplì. Li ho studiati a fondo, ho interrogato i miei nuovi amici romani, ma putroppo non ho potuto assaggiarli, in quanto il riso era stato mantecato con il formaggio ed erano ripieni di mozzarella.
Quando LUI mi ha raggiunta a Roma, ho voluto che assaggiasse con attenzione i supplì, in modo che fosse sufficientemente critico dopo aver assaggiato quelli che gli avrei sottoposto io, una volta arrivati a casa. Parliamo di supplì e non di arancini perchè non sono esattamente la stessa cosa, ci stiamo documentando sull’argomento ma la cosa certa è che a Roma si chiamano supplì!
Mi è stato spiegato che il supplì nasce con il risotto al ragù, ma che si può utilizzare qualsiasi risotto, avanzato o preparato appositamente.
Non potevo non provare a trasformare in supplì il mio mitico risotto con carciofi e prosciutto crudo, di cui avevo congelato una abbondante porzione l’ultima volta che l’avevo preparato. Potete comunque utilizzare qualsiasi risotto ben mantecato. Contrariamente a quanto pensavo infatti non serve aggiungere alcun ingrediente al riso: una volta freddo si compatta perfettamente, permettendone la modellazione.
Per preparare un vero supplì abbiamo bisogno del formaggio o della mozzarella, impresa ardua per gli intolleranti ai latticini, ma qui scopriamo l’ingrediente a sorpresa! Abbiamo da poco scoperto la Mozzarisella, una “mozzarella” a base di riso integrale germogliato, senza lattosio, colesterolo, grassi animali, glutine, conservanti, soia, ogm… praticamente è perfetta per tutti, intolleranti, celiaci e vegani. Quale occasioni più ghiotta quindi per provarla se non nei supplì? Ammettiamo che tra un cuore di mozzarella filante e un cuore di mozzarisella la differenza si nota, ma questo per chi come me la mozzarella non l’ha mai mangiata, o comunque non la può più mangiare, non rappresenta un grosso problema! Dal punto di vista del sapore e della consistenza LUI, pur notando la differenza, l’ha promossa come un valido sostituto, tutto sommato apprezzabile. Successivamente ne abbiamo provata un’altra di una marca diversa di cui vi racconteremo in un prossimo post, e la ricerca continua!
Dopo aver formato con le mani la vostra pallina di riso e aver inserito al suo interno un pezzettino di mozzarella o di mozzarisella, compattate bene la polpettina e datele la tipica forma “a uovo”. A questo punto manca solo la panatura, poi siamo pronti a friggere.
La panatura deve essere abbondante e croccante, meglio fare due passate. Sulla panatura ci sono due scuole: chi passa la polpetta di riso nell’uovo, e chi invece in una pastella di farina e acqua. Noi abbiamo utilizzato un uovo sbattuto poi abbiamo sperimentato: abbiamo passato due supplì nel pangrattato, due nella farina di mais velata, infine due nei semi di sesamo. Questi ultimi si sono rivelati poco adatti in quanto bruciano in fretta, sopportando poco l’alta temperatura dell’olio. Tra la panatura di pangrattato e quella nel mais non sappiamo cosa consigliarvi… provatele entrambe (se potete) e fateci sapere cosa ne pensate!
Attendete che l’olio di arachidi sia alla giusta temperatura, immergete bene il supplì nell’olio, scolatelo bene dall’olio servendovi della schiumarola, e mettetelo a sgocciolare su una rete grigliata.
A questo punto servite, possibilmente caldo… che bontà!!! Evviva i supplì!!!
Delizioso, grazie mille della ricetta, buona giornata!!!!
Figurati! sono venuti buonissimi, anche se non siamo romani, speriamo di esserci avvicinati al supplì originale, in più tollerante!